In mancanza di dolcetti nuovi, lascio piccola traccia di un pesce che adoro per la sua duttilità, versatilità e per l’incredibile sensazione di leggerezza estiva che mi evoca ogni volta che lo preparo.
Sono tanti i modi per preparare un buon calamaro.. alla griglia, ripieno, in umido, in insalata.. eh si! Ma lo vedremo più avanti!
Mi è salito il desiderio di fare un piccola sezione dedicata alle numerose declinazioni cui certe materie prime si prestano e nasce dalla mancanza di fantasia che spesso ci pervade qd usciti dal lavoro non sappiamo dove sbattere la testa per mettere qualcosa in tavola che non sia una scatoletta di tonno e una mozzarella scondita!
E dunque, partiamo dal calamaro ripieno ..a modo mio!
Quantità di calamari a seconda delle persone, direi che per un calamaro grandino come qllo nella foto ne basta uno a testa.
Munirsi di guanti in lattice, possibilmente quelli da dottore, bianchi e aderenti.
Pulire il calamaro, togliere l’osso dal suo interno (basta inserire le nostre ditina nella pancia ed agganciare una sorta di bastoncino piatto trasparente e tirare con una certa determinazione, si sfilerà) e risciacquarlo avendo cura di eliminare tutti i residui di cartilagine che stanno nella pancia del calamaro.. se trovate qualche pesciolino al suo interno, beh prendiamolo come un porta fortuna! Anche se vorrà dire che il buon calamaro prima di tirare l’ultimo respiro non ha fatto a tempo di digerirlo..
La testa.
Eliminare gli occhi schiacciandoli alla base e facendo attenzione a dove si mira, il calamaro macchia e colpisce!
Eliminare la parte sotto agli occhi, all’altra estremità della testa.
Risciacquare abbondantemente testa, tentacoli e pancia.
La farcia.
Trattasi di un ripieno che ho usato anche per preparare le sarde alla beccafico alla catanese (alla, alla! Buonissime!), ne avevo fatto troppo e l’ho conservato in un vasino di vetro in freezer eccolo
100 gr Pane secco grattato
Mentuccia secca
Capperi sotto sale, dissalati e oliati
Pepe bianco e pepe nero
2 acciughe
Pinoli qtà a piacere
Mandorle qtà a piacere
Prezzemolo
Olive nere denocciolate
Sale
Peperoncino
Pecorino/parmigiano, 50 gr grattugiato
Olio
Vino bianco e/o grappa bianca
La testa del calamaro precedentemente rosolata in olio.
Scaldare in una padellina antiaderente dell’olio con uno spicchio d’aglio in camicia.
Qd l’olio è caldo, buttare le acciughe e farle sciogliere.
Sciolte le acciughe versare il pan grattato e farlo rosolare insaporendolo con l’olio e le acciughe.
Prelevare l’aglio e buttarlo, versare il pane aromatizzato in una ciotola.
Aggiungere le teste dei calamari scottate, le olive nere denocciolate tagliate a tocchetti, i capperi, il formaggio grattugiato, i pinoli, le mandorle a scaglie, un cucchiaio da thè di mentuccia, abbondante prezzemolo tritato, il pepe, il peperoncino, il sale (attenzione, il pane è già saporito con il sale delle acciughe e abbiamo aggiunto anche il formaggio che aumenta la sapidità) e olio fino a qd mescolando il composto non apparirà condito e rappreso.
Riempire con un cucchiaio non troppo grande la pancia dei calamari, pressando ad ogni ingresso il contenuto.
Quando manca un cm e ½ dall’apertura del calamaro pressare il contenuto e richiudere come fosse un ago il calamaro con uno o due stuzzicadenti (con uno si riesce a fare un punto).
Scaldare l’olio in padella e aggiungervi uno spicchio d’aglio.
Qd caldo, adagiare con cura i calamari riempiti e farli rosolare a fuoco vivo da entrambi i lati.
Aggiungere del vino bianco e un goccio di grappa e abbassare la fiamma procedendo la cottura per almeno 25 minuti (dipende dalla grossezza del calamaro) a fuoco moderato. Se volete potete alternativamente procedere la cottura in forno, calore 150°.
Impiattare cospargendo il calamaro di scaglie di mandorle e del suo sughetto.
Bon app!
martedì 15 giugno 2010
navigar 1# il calamar
sabato 8 maggio 2010
il mese della rosa (ovvero il mese della resa)
e... purtroppo una ne ho fatta e poi fuggita sono
con torta, che poi erano due, ma sempre una foto rimane
per prendere la via del festeggiamento sul colle in quel di Faedo!
e così, con l'occasione di un compleanno ho finalmente inaugurato la nuova cucina,
che presto immortalerò con un po' di grazia e pazienza assieme a qualche altro prodottino culinario!
due le ragioni per passare subito alla ricetta, or dunque la prima dovuta alla scarsità del tempo (se non c'è tempo inutile perdersi in convenevoli leziosi) e..
il due ha in seno molte sottoragioni.
la primavera non c'è. non so se sia un problema local o globlal ma qui nn s'è vista.
il sole si fa i suoi da qualche parte e quel che abbiamo capito è che gli basta non sostare sulla pianura padana.
i fiorellini sì sn spuntati ma hanno l'aria decisamente perplessa.
borbottano alle foglie appese sui rami le quali sono incerte se catapultarsi al suolo e fingersi già autunnali.
parlo loro, spronandole giorno dopo giorno (e speriamo serva)
qui si continua ad usare maglie magliette maglioncini e la voglia non è di macedonia o bavarese.
ma vin brulè e stinco.
il we lo si trascorre con costume indossato (sotto al succitato maglione).
e ogni domenica sera, intristite, lo si sfila e lo si lava. così, come mantra.
è abbastanza per passare alla ricetta?
mese delle rose!
le dosi per uno stampo da 24/26 cm di diametro
6 uova
75 gr di maizena
150 gr di farina 00
200 gr di zucchero
una stecca di vaniglia
buccia di limone
1/2 bustina di lievito chimico
separare i rossi dai bianchi in due ciotole diverse.
montare i rossi con 150 gr di zucchero semolato per almeno 15 minuti.
aggiungere i semi della stecca di vaniglia e la buccia del limone grattuggiata o a striscioline. setacciare la farina il lievito e la maizena.
montare i bianchi con i restanti 50 gr di zucchero semolato fino a quando non saranno lucidi, gonfi, spumosi e sodi. circa 10 minuti.
aggiungere i bianchi in più riprese ai rossi mescolando ed uniformando il composto dolcemente.
aggiungere le farine setacciate gradualmente a più riprese.
rivestire con carta da forno lo stampo (io la carta da forno la bagno e la strizzo così è più facile modellarla sulla teglia) e versare il composto con cautela.
infornare a 150° a forno (anche ventilato) per almeno 45'/60'.
non aprire il forno almeno per la prima mezz'ora altrimenti sgonfieremo il pan di spagna.
la cottura sarà ultimata quando il colore in superficie sarà ambrato e lo stecchino uscirà asciutto.
far raffreddare il dolce su una griglia.
La CREMA
2 rossi d'uovo
1 uovo intero
130 gr zucchero
500 ml latte
50 gr maizena
1 stecca di vaniglia.
sbattere i rossi e l'uovo intero con lo zucchero sino a quando il composto non sarà spumoso e leggero (e chiaro, rispetto al colore degli ingredienti di partenza).
aggiungere la farina e mescolare sino a sciogliere eventuali grumi.
aggiungere il latte precedentemente scaldato con la stecca di vaniglia.
riporre a fuoco moderato e mescolare.
dal primo bollore contare qualche minuto, sempre mescolando, e togliere dal fuoco a crema addensata.
assemblaggio
tagliare a metà il pan di spagna.
distribuire la crema con un sac à poche partendo dal centro e disegnando una spirale.
lavare i lamponi con cura e asciugarli con carta assorbente.
distribuire i lamponi sulla crema.
coprire con l'altro disco.
spolverare con zucchero a velo, abbondante.
io ho terminato la decorazione con un disco esterno di lamponi a seguire il perimetro della torta... ma le decorazioni sono a piacere!
Bon app!
ps. il vero pan di spagna non prevederebbe l'aggiunta del lievito, e lo confermo, la ricetta sopra indicata funziona anche senza la mezza bustina. per chi è al primo tentativo, siccome perdere non piace a nessuno, consiglio l'aggiunta dell'additivo chimico per impratichirsi e poi definitivamente lanciarsi nelle avventure successive.
martedì 9 febbraio 2010
e la speranza è l'ultima ...!
.. avevo smesso di aprire il blog pur di non vedere la foto estiva del ponte nuiorchese!
che il tempo scorra veloce è un dato di fatto
ma così veloce.. è una vergogna!
ancor piu vergognoso che io faccia capolino da qui
ai pochi che per sbaglio ormai credo vengano a far due passi nell'orto
con una ricetta salata e decisamente veloce!
potrei attribuire parte della responsabilità all'arrivo del mio fido, ad un trasloco impegnativo, ad una vita frenetica.. invece credo solo di aver assecondato il flusso degli eventi che mi ha portato ad essere più pigra con i fornelli e forse più desiderosa di chiacchiere, passeggiate e probabilmente dormite!
che l'anno nuovo simboleggi la vita nuova, questo è tutto da vedere, tuttavia da una quindicina di giorni dispongo di una nuova, spaziosa e bellissima cucina già avvertita.. dei miei futuri pasticciamenti!
sono felice di aver trovato la scia di chi è passato qui, silenzioso come una lumachina e fiducioso di ritrovarmi.. a presto!
ops, buon anno nè!
e dunque, polpettine che di pesce spada volevan essere e che invece di vitello di mare furono!
(questo perchè la spesa la si decide fino ad un certo punto)
2 fette di vitello di mare
1/2 uovo sbattuto
1 fetta di pane integrale in cassetta imbevuta nel latte e strizzata
prezzemolo
coriandolo in polvere
1/2 spicchio di aglio tritato (per chi piace)
sale
pepe rosa
sesamo
pulire il vitello di mare e tagliarlo a mano a tocchetti piccini, dei cubetti in sostanza.
sbattere mezzo uovo e aggiungerlo ai cubetti, procedere poi con il prezzemolo, l'aglio tritato (per chi piace), il coriandolo, il pane strizzato, il sale, il pepe rosa.
amalgamare bene tutti gli ingredienti, con delicatezza.
prelevare con un cucchiaio da minestra poco per volta l'impasto di pesce e lavorarlo con le mani sino a conferire una forma rotonda.
su un piatto versare del sesamo e rotolarvi le polpette sino a ricoprirle di semi.
procedere in questo modo sino a terminare gli ingredienti.
scaldare 6 cucchiai di olio in una padella antiaderente di medie dimensioni e aggiungervi le polpette.
aver cura di rigirarle di tanto in tanto per consentire una cottura uniforme e una uniforme e doverosa crosticina.
servire calde o fredde a piacere con una spolverata di prezzemolo e per chi piace una manciata di pomodori datterini conditi con olio sale e pepe.
c'est tout!
lunedì 31 agosto 2009
i ritorni
il mare s'è fatto scivolare nell'Hudson, i tramonti di marmellata in birrette rinforzate da musica improvvisata del greenwich, la pelle bruciata si è fatta arrostire dall'aria condizionata, scatenata, per placarsi su e giù tra i marciapiedi incandescenti, fuori e dentro da gallerie o negozietti vintage con cui sgranchirsi gli occhi.
insomma niente mare qst anno, il che è un po' insolito ma di insolito c'è molto di più di una sabbia pensata e rimandata.
di ritorno da un'estate interessante, con tanta voglia di dolci e ricettine golose un saluto a chi ha continuato a passare tra i miei vicoli con la promessa di mettersi al lavoro al più presto!
b rientro a tutti sperando che la luce al tramonto indugi il più a lungo possibile prima di restringersi.. nella morsa invernale!
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giovedì 18 giugno 2009
la luz de junio
a quanto pare maggio se n'è volato via
e ci si ritrova a giugno inoltrato illuminati da tramonti lunghi e morbidi
che abbracciano qualche birretta in compagnia e il piacere di ritrovarsi
dopo lunghe giornate al lavoro e ..mesi di letargo spirituale!
per oggi una ricetta super veloce, spinta dalle prime albicocche di stagione,
e dal desiderio di addolcire la sveglia implacabile con una nota dolce per darsi la spinta giusta.. o almeno, questo è il tentativo!
e la stessa dolcezza ha accompagnato una giornata memorabile di chi ha condiviso la gioia del SI con gli amici più cari..
allora virtualmente, una fettina di crostata anticonformista come taglio di un dolce poco nuziale ma intriso di felicità!
la crostata è siffatta
500 gr albicocche mature
150 gr zucchero di canna
1 stecca di vaniglia
per la frolla
2 tuorli
1 uovo medio intero
1 cucchiaio di cremor tartaro/lievito chimico da caffè
80 gr zucchero semolato
150 gr burro
250 gr di farina OO
e dunque, lavare e mondare le albicocche aprendole a metà, versarle in una casseruola con lo zucchero e la stecca di vaniglia aperta e svuotata.
accendere i fuochi e far andare le albicocche per 10 minuti a fuoco vivo.
non appena inizieranno a far uscire l'acqua abbassare l'intensità del fuoco e far andare per una quindicina di minuti. qualora le vs albicocche dovessero rivelarsi eccessivamente umide potete aggiungere un cucchiaino da thè di pectina da stemperare bene. cucinare per altri dieci minuti e far raffreddare.
nel frattempo preparare la frolla.
in una ciotola setacciare la farina, il lievito, lo zucchero semolato. mescolare.
tagliare a cubetti il burro freddo, aggiungerlo al composto di cui sopra e sabbiare con la punta delle dita sino ad ottenere un composto omogeneo e granuloso.
aggiungere i due tuorli e l'uovo intero e impastare. meno si lavora la frolla meglio è, soprattutto d'estate con una temperatura + elevata, per non far riscaldare eccessivamente il burro. (io uso dei guanti di lattice aderenti per impastare la frolla peer ridurre anche se di poco il calore delle mani).
stendere la frolla nella vs tortiera, bucherellare il fondo.
cospargere con la composta di albicocche, + ne mettete + gustosa sarà.
se gradite potete ritagliare delle losanghe per rivestire la superficie della crostata.
mettere in frigo per almeno mezz'ora.
scaldare il forno a 180° e infornare per 40 minuti. la crostata è pronta qd la vs casa sarà avvolta da un profumo burrosissimo e la frolla sarà colorata*/ambrata.
bon appétit!
martedì 26 maggio 2009
maracas!
il mese di maggio che è anche il mio mese
è scivolato lontano, deglutito con assetata voracità
tra un caldo estivo improvviso e quanto mai apprezzato
tanto sole e tanti appuntamenti festosi a cui non poter rinunciare.
il dolcino di oggi è veloce e semplice e non è la prima volta che mi ritrovo
a prepararlo complice il suo blog in cui lo trovai un po' di tempo fa e che mi piacque fin da subito.
il dolce rappresenta la scarsa quantità di tempo che riesco recentemente a dedicare ai fornelli, si si è caldo è vero per il forno (soprattutto in una microcasetta!) ma la verità è che la vita sgambetta e io le voglio stare dietro. direi che è questo il favore migliore che ciascuno possa regalarsi.. ci sarà tempo per dolci migliori! come diceva Edordo Bennato .." facevo le scale a quattro a quattro!"
qualche scatto anche di una bella serata veneziana
a festeggiare chi tra poco dirà il Sì più Sì della storia!
ci servono
* 10/15 albicocche mature
* 170 gr zucchero
* 180 gr farina OO
* 70 ml latte
* 180 gr burro fuso
* 2 cucchiai da thè di cremor tartaro
* mezza stecca di vaniglia
* 3 uova di media grandezza
* zucchero di canna
* mandorle a scaglie
setacciare farina, lievito e zucchero semolato.
sbattere le uova in una ciotola con la stecca di vaniglia (aperta ed estratti i semini) e il latte.
unire il composto liquido al composto secco ed amalgamare con cura.
Sciogliere il burro ed aggiungerlo alla pastella amalgamata.
rivestire una teglia rettangolare (nel mio caso ma a piacere la scelta del formato) con carta forno, versare il composto. livellare.
a parte lavare le albicocche, aprirle, prelevare l'osso e disporle a piacere sulla pastella con l'interno rivolto verso l'alto.
cospargere abbondantemente la superficie di zucchero di canna e di mandorle a scaglie.
infornare a 180 ° per una quarantina di minuti (consiglio la prova stecchino per assicurarsi la cottura.
lunedì 18 maggio 2009
liberté
sarà l'arrivo di questa tregua dall'inverno a rendermi così latitante?
eh si! troppi raggi da raccogliere, il primo sole distesi sulla sabbia, le pedalate sul far della sera sospinti da una brezza che sa di luce fino a tardi insomma, libertà!
e per questo recupero dall'archivio un dolcino semplice che ben si presta sia alla stagione più rigida quanto a quella per me più spensierata: la crema catalana!
- da non confondere con la crème brulée, il procedimento come ben saprete è differente, qst ultima si cuoce in forno a bagno maria e non prevede utilizzo di farina o amido di mais nella preparazione della crema-
il mio croccante è stato realizzato con i poveri mezzi del mio super fornino, non disponendo nè di fiamma da esperto nè di ferro (mi riferisco al ferro in ghisa che va riscaldato e poi appoggiato sulla superficie della crema cosparsa di zucchero semoalto o meglio ancora di canna).. posso garantire comunque che l'effetto è simile quanto meno al palato (che poi è quello che conta!).
che questa gonfia ondata di foglioline e gradi che corrono sul termometro sia di stimolo per tutti!
buona settimana!
per 3 cocotte
250 ml panna
50 ml latte
60 gr zucchero
3 tuorli freschissimi
20 gr maizena
1 stecca di vaniglia
zucchero di canna
sbattere i tuorli con lo zucchero delicatamente sino a farli montare. aggiungere i semini della stecca di vaniglia e mescolare. aggiungere i 20 gr di maizena setacciati e mescolare bene. scaldare per pochi istanti senza raggiungere il bollore il latte e la panna con la stecca di vaniglia. aggiungere il composto tiepido alle uova sbattute procedendo lentamente nel versare il liquido ma mescolando velocemente per non cucinare le uova. una volta amalgamato il composto riporre su fuoco moderato, mescolare sino a quando la crema non avrà raggiunto una consistenza più densa ( a bollore).
versare sulle cocottine di ceramica precedentemente bagnate e far riposare.
cospargere la superficie di zucchero di canna e porre in forno con il grill per 5 minuti. naturalmente la durata del grill dipende dal vs forno. consiglio di procedere per minuti sì da non bruciare troppo la crema.
va fatta riposare in frigorifero e servita fredda o leggermente scaldata, a seconda dei gusti.
ps. naturalmente molti seguono la ricetta della crema catalana a base di latte. la crema viene buona allo stesso modo tuttavia l'untuosità che conferisce la panna viene da me privilegiata perchè il gusto e la consistenza sono davvero più golosi. provare per credere!
mercoledì 29 aprile 2009
esperanza
non so dalle vs parti come sia
ma qui nella padania si sta virando verso paesaggi e climi decisamente.. irlandesi!
eh si, belle le foglioline verdi, ma ora sono fluo!
eh si, belli i temporaloni primaverili ma la sensazione in qst settimana passata al mattino spiando claudicante dalla finestra era quella di aver inghiottito la pausa estiva e di ritrovarsi già alle prese con un glorioso autunno..
ebbene per darsi un po' di stimoli e colori un bicchierino di indubbia facilità che sa di cose semplici ed instancabili e che si ravviva con le prime fragole di una stagione tiepida che si fa ben attendere.
a margine, qualche scatto di una giornata in bella compagnia sui nostri colli euganei che in questo periodo sono verniciati a festa!
ed immancabile la ns sopressa, per chi non la conoscesse uno dei salumi più golosi da accompagnare con il pane dei colli, soffice e pieno e, naturalmente "un bel goto di vin rosso che liga in bocca" come a noi piace dire!
e finalmente il bicchierino, voilà!
per 2 bei bicchierini sono sufficienti
250 ml latte
2 cucchiai di maizena
50 gr zucchero
mezza stecca di vaniglia
40 gr di pasta di mandorle
una quindicina di fragole mature
qualche pistacchio naturale per decorare
e dunque, scaldare il latte, versarlo nel mixer con la pasta di mandorle e mettere in azione: la pasta di mandorle per effetto della centrifuga e della temperatura del latte si scioglierà, conferendo al latte un delicato sapore.
a parte mescolare la maizena e lo zucchero e versare a filo il latte mandorlato. aggiungere i semini della vaniglia e porre su fuoco moderato fino a quando la crema non si rapprenderà.
mondare le fragole, tagliandole longitudinalmente.
rivestire le pareti del bicchiere con le fragole in verticale e facendo attenzione versare la crema di latte per circa 3/4 cm (v. foto). ancora un altro strato di fragole distese orrizontali sulla crema, un cucchiaio di zucchero di canna e un altro strato di crema. Idem per l'altro bicchiere.
a piacere le decorazioni, con una fragola sezionata e dei pistacchi come nel mio caso.
porre in frigorifero per almeno un'ora e mezza prima di attaccare!
martedì 21 aprile 2009
sfiziosando
nell'attesa del prossimo dolcino al cucchiaio
due idee super semplici e stranamente .. salate!
per quelle occasioni in cui non si ha troppo tempo, fantasia o ingredienti a disposizione ma il piacere di una mangiatina saporita ci si vuole ad ogni modo concedere.
e così, dopo averla assaggiata al Salone del Gusto lo scorso inverno, mi sono decisa di provare la mitica Focaccia di Recco che avevo divorato bollente in mezzo alla folla scalpitante! ebbene diciamo, un risultato non perfettamente coincidente con l'originale se non altro per i tempi di cottura che credo di aver dilatato per qualche minuto di troppo ma devo dire che la focaccia s'è fatta mangiare e anche parecchio di gusto!
in velocità anche delle semplicissime sfogliatine al radicchio, queste davvero realizzate all'ultimo e con il minimo sforzo ma che si possono rivelare una soluzione veloce e d'effetto per un aperitivo improvvisato, proprio ora che la luce al tramonto indugia e amplifica il desiderio di una giornata da chiacchierare fino a tardi.
buon sole!
Per la Focaccia di Recco ho seguito la ricetta del mio libricino delle Sorelle Simili che riporto fedelmente
250 gr di farina
125 g di acqua
25 gr di olio EVO
3 gr di sale
300 gr di stracchino
1-2 cucchiai di latte (il latte serve per stemperare lo stracchino nel caso in cui sia molto denso)
Scaldare il forno a 220° C.
Impastare velocemente farina acqua, olio e sale, si otterrà un impasto morbido; dividere l'impasto in due palle che si lasceranno riposare coperte per 10-15 minuti; nel frattempo mescolare lo stracchino con un po’ di latte per renderlo più cremoso. Stendere la pasta formando due rettangoli sottili senza utilizzare troppa farina per stenderli (troppa farina rende il composto duro); stendere il primo sul fondo, spalmare lo stracchino lasciando liberi i bordi, coprire con il secondo rettangolo e sigillare bene; spennellare con olio e bucare (strappando leggermente) in più punti la superficie con un coltello.
infornare per una quindicina di minuti e divorare bollente!
S'intende che il formaggio autentico di questa golosa focaccia è crescenza, realizzata con latte di allevamenti di Genova tuttavia lo stracchino andrà più che bene. io ho aggiunto anche una leggera grattugiatina (non più di 20 gr di parmigiano) alla "mantecatura" del formaggio.
Quanto alle sfogliatine ho utilizzato il mio stampo da muffin, ritagliato il disco di pasta sfoglia con dei coppa pasta della grandezza del diametro degli stampini, spennellato con olio gli stampini, adagiato il disco di sfoglia e bucherellato.
a parte mondato il radicchio di Treviso (quel che rimane, a stagione ormai completata), lasciato nella sua lunghezza e passato in padella con olio evo caldo e uno spicchio di aglio. lasciato rosolare per una quindicina di minuti e se occorre bagnato con qualche cucchiaio di acqua. per chi piace ci sta una leggera spruzzatina di aceto balsamico da far evaporare a fuoco alto.
con una pinzetta ho adagiato il radicchio in ogni stampino e ho preparato dei cubetti di fontina valdostana che ho appoggiato sulla verdura.
spolverata di pepe nero e di erba cipollina tagliata finemente.
in forno a 210°C per una decina di minuti.
bon appétit!
martedì 14 aprile 2009
leggerezza
le nuove foglioline ispirano peccati di gola meno corposi e più soffici
con l'inganno che alla leggerezza delle consistenze non si accompagna una leggerezza.. calorica!
ma sarebbe rispettoso rinunciarvi in nome di un sole tiepido che avvicina spiaggia e costumi? giammai! piuttosto una corsetta o una passeggiatina lungo le vie più verdi della città, magari raccogliendo dettagli che per anni sono scivolati distrattamente ai nostri sguardi impegnati altrove e poi ricompensa delle ricompense la gioia dei sensi!
non so se la bavarese qui sotto sia realmente la ricompensa migliore ma io ce l'ho messa tutta!
passato lu santu passata la festa e così nessuna augurio in ritardo se non quello per una settimana di sole in compagnia dei primi venticelli ammorbiditi!
la mia bavarese ai pistacchi è stato un esperimento, tirando un po' le somme dalle ricette dei miei libroni e quelle in rete che più si avvicinavano al mio ricordo di quando entravo in una pasticceria con le scarpette di vernice e sceglievo naso appiccicato al vetro la bavarese più golosa che potessi mai immaginare!
e allora per 4 stampini
3 tuorli
mezza stecca di vaniglia
100 gr zucchero
250 ml latte
4 fogli gelatina
100 gr pistacchi naturali
200 gr panna fresca
sbattere i tuorli con lo zucchero fino a renderli chiari senza incorporare troppa aria. aggiungere i semini della vaniglia e mescolare.
intiepidire il latte con il bacello di vaniglia e aggiungerlo ai tuorli sbattuti facendo attenzione a non cucinarli, si aggiunge piano piano e poco alla volta mescolando con costanza.
idratare i 4 fogli di gelatina in acqua fredda, strizzarli e tenerli da parte.
porre il composto tuorli+latte in un pentolino e farlo rapprendere a bagno maria senza raggiungere il bollore. il composto è pronto quando vela il cucchiaio.
aggiungere alla crema inglese i fogli di gelatina strizzati e mescolare.
tritare con un mixer i pistacchi e aggiungerli al composto.
lasciar raffreddare.
nel contempo, montare la panna montata. (prima di montarla la dimentico per una decina di mintui in freezer per farla montare meglio).
aggiungere con una spatola la panna a tranches, amalgamandola bene al composto e stemperare gli eventuali grumi che si formano.
versare negli stampini bagnati con acqua e lasciare in frigorifero per almeno 3 ore.
la mia versione prevede anche l'inserimento dei lamponi, non solo in superficie a decorare quanto all'interno della bavarese.
ho versato un primo strato, adagiato in ogni stampino i lamponi e coperto con un altro strato di bavarese.
gnam!
lunedì 16 marzo 2009
aspettando i pirilampos!
primi germogli primi sbuffi per i raggi caldi
ed i maglioni che appaiono d'un tratto eccessivamente pesanti
prime pedalate sospinte dalla luce che si allunga
che tende la mano e ci avvicina alla stagione che un po' tutti attendiamo
fosse altro che per le vacanze ufficiali
quelle legittime e legittimate
e anche quelle sospirate, dopo mesi di lana, vapori del thè e pomeriggi pigramente lasciati scorrere su un divano, tra le pagine di un libro.
e proprio tra le parole di un libro, mentre scrivo ora, ritrovo un pensiero di un'autrice che apprezzo e che mi fa compagnia, un pensiero che riporta alla vita dei salmoni, trascorsa bellamente su e giù per le grandi acque e poi, verso la fine, a risalire per depositare le uova, proprio nel momento in cui sentono che il tramonto sta per giungere.. lasciano il loro segno e poi se ne vanno.
ispirata da questa immagine e dal salmone come nuovo punto di riferimento, almeno per un paio di giorni (!), faccio capolino con un po' di biscottini veloci e semplici con cui farsi compagnia, in attesa di un bel dolce che a breve metto in cantiere!
buona settimana!
la pasta frolla per i frollini e le rose con i cornfalkes è la stessa ed è questa qui, di sicura riuscita e bontà!
2 rossi d'uovo
90 gr zucchero semolato
buccia limone
150 gr burro (il burro è tanto sì. generalmente serve metà burro rispetto al peso complessivo della farina. se rispetto a tale soglia si aumenta la quantità di burro si otterrà un composto + friabile, come in qst caso)
200 gr farina (è un po' impreciso, farina direi q.b. a rendere il composto lavorabile e nn appiccicoso, lasciandolo naturalmente morbido)
qualche goccia di estratto di vaniglia
tagliare il burro freddo a tocchetti, aggiungere lo zucchero, la buccia del limone, la vaniglia e i rossi d'uovo ed amalgamare bene. aggiungere la farina, con una piccola presina di sale, al composto e lavorare. non avere fretta di aggiungere farina, noterete che lavorando l'impasto con le mani, gradualmente questo acquisterà compattezza.
una volta raggiunta la consistenza giusta, procedere e dunque
Frollini alla pesca e al lampone
prelevare con le mani un pezzetto di pasta frolla, lavorarla a pallina e con un dito premere per ottenere un incavo abbastanza profondo. lì metteremo un po' di confettura di lampone e di pesche, qst ultima preparata lo scorso anno aromatizzaza alla fava tonka.
infornare a 180° per 15 minuti
frollini Rose ai cornflakes
Stesso procedimento, prelevare un po' di pasta, ottenere una pallina, passarla in una ciotola con i cornflakes avendo cura di farli ben aderire ed entrare nell'impasto (sono dispettosi!). infornare a 180° per 15 minuti
Sfoglie
questa volta ho usato una sfoglia già pronta, l'ho stesa ed a parte ho realizzato un fondente con un albume d'uovo, succo di mezzo limone e zucchero a velo q.b. per ottenere un composto .. Fondente appunto! dal colore bianco e molto cremoso ma non liquido!
stenderlo sulla sfoglia con una spatola. distribuire uniformemente.
scaldare in un pentolino della marmellata a piacere e renderla liquida. inserire in un sac a poche o un imbutino e segnare la sfoglia ricoperata con linee parallele verticali ed orrizzontalli. con i rebbi di una forchetta rompere le righe ciascuna nel senso opposto.
infornare a 210 gradi per 12 minuti.
martedì 10 marzo 2009
con la luce del sole
spinge questo sole avvolto nelle nuvole
e la luce delle ultime settimane,
quella che dura più a lungo e ha già il sapore dei tramonti estivi, pungola il desiderio di vestitini spolverati di mille colori, di passeggiate senza strusciare le mani per riscaldarle dalla morsa del freddo, di leggere chiacchiere sospese con un'amica su un muretto che si tuffa sul fiume o nel mio caffè preferito.
tuttavia se la voglia di caldo e brezza si fa sentire non si può dimenticare che siamo appena ai primi di marzo! e così ho pensato di rispolverare un po' i pompelmi rosa che dai banchetti del mercato sorridono appollaiati con la loro invitante colorata rotondità.
la ricetta di oggi nasce in realtà per un dolce intero ma ho preferito adattarla a degli stampi da muffin, benchè io nn sia un'amante nè dei muffin nè della loro forma, per conservarli un po' + a lungo, visto che con la mancanza di fratello e genitori i dolci sono più pigri ad andarsene dalla mia cucina.
sono soffici e si mantengono morbidi per più giorni, non si preoccupi chi non è amante dell'amaro, i pamplemussi, li chiamerei così sono dolci e lasciano solo a margine del morso un leggero velo di agrume che ben si adatta alla dolcezza del mini cake.
per chi nonostante l'obbligata latitanza passa a trovarmi un super grazie! e qualche foto del mio nuovo vicino di casa!
Per 9 pamplemussi
200 gr farina
2 cucch da thè di lievito chimico / cremor tartaro
1 presa sale
150 gr yogurt greco o yogurt intero
150 gr zucchero semolato
2 uova
la buccia di un pompelmo, io ho usato un pompelmo rosa
estratto di vaniglia
80 ml olio
succo di 1 pompelmo
si parte con gli ingredienti Secchi: farina setacciata, lievito e la presa di sale in una ciotola.
e poi ingredienti Umidi: yogurt intero, lo zucchero semolato, le uova, la vaniglia e la BUCCIA del pompelmo tagliata finemente ed il succo del pompelmo. A tal proposito dopo aver ben lavato il pompelmo e averne prelevato la buccia con un pelapatate (facendo attenzione a non raschiare la parte bianca che è la più amara) ho fatto bollire in un pentolino dell'acqua e, una volta raggiunto il bollore, ho immerso la buccia. Lascio nel pentolino fino al raggiungimento di un nuovo bollore, calcolo un paio di minuti e poi prelevo la buccia. Qst operazione può essere fatta anche due o tre volte, io mi sn limitata ad una sola perchè nel mio caso il pompelmo non era amaro ed in ogni caso ho una preferenza per qst sapore.
unire il composto secco al composto umido, con delicatezza ed amalgamare.
versare sugli stampini da muffin, imburrati e infarinati (io li ho spennellati con dell'olio e infarinati) ed infornare a 180° per una ventina di minuti.
I dolcetti sono pronti qd lo stecchino, come sappiamo, esce asciutto.
A parte preparare la glassa.
zucchero a velo vanigliato q.b.
succo di limone/pompelmo
3 cucchiai di succo di limone (opp se preferito 3 cucchiai di succo di pompelmo) e zucchero a velo q.b. per raggiungere una consistenza fluida e cremosa.
una volta raffreddati su una griglia versare la glassa e decorare con palline colorate oppure con della buccia di pompelmo tagliata a julienne, sottile sottile.
si conservano al riparo gustosi per almeno 3 giorni.
giovedì 26 febbraio 2009
profumi golosi
la mancanza di una connessione al mondo nella mia nuova casetta
si fa sentire e scivolano i giorni tra un post e l'altro.. tra una sperimentazione di gusti e di spazi per prendere la giusta confidenza con un ambiente nuovo.
di questi passetti una traccia di un dolce delizioso che ho copiato così com'è dal bellissimo blog della ancor pià brava Sylvie, si tratta brevemente di un dolce morbido, fragrante, profumatissimo qui in versione classica MeLa - che credo di ripetere con altri fruttini ancor più golosi e colorati, penso a qualche lampone e alle pesche non appena sarà stagione quanto una versione pere/mandorle- che si prepara in poco tempo, diffonde un profumo delizioso e soprattutto si conserva per più giorni più gustoso che mai.
colazione, pausa improvvisata, attacco violento sul divano.. è il dolce per voi!
ecco la ricetta, che non ho modificato se non nella cannella sostituita da una grattugiatina di fava tonka
250 gr farina
2 uova intere
70 gr zucchero semolato
90 gr zucchero a velo
1/2 sacchetto di lievito chimico
50 ml panna fresca
90 ml latte
3 cucchiai da zuppa di olio
3 mele (annurca, fuji, renette.. a piacere)
1 pizzico magico di sale
1/2 cucchiaio da the di cannella (io usato fava tonka, anche qui a piacere)
copertura
50 gr burro
50 gr zucchero semolato
50 gr zucchero a velo
Lavare le mele, pelarle e tagliarle a cubetti. lasciarle a parte irrorate con del limone per nn farle ossidare.
sbattere in una terrina le uova con lo zucchero senza far montare troppo il composto.
aggiungere la farina setacciata con il lievito, il pizzico di sale, la cannella (o aroma a piacere), aggiungere gradualmente l'olio il latte e la panna fresca.
mescolare con cura e uniformemente.
io ho usato uno stampo da plumcake ma nulla vieta uno stampo rotondo (direi non più grande di 22/24 cm per queste dosi di impasto) rivestito di carta da forno precedentemente bagnata e strizzata (aderisce meglio allo stampo), versare metà della pastella e coprire con metà delle mele.
procedere versando la pastella rimanente e ancora l'ultima metà di mele che andranno leggermente pressate nel dolce.
infornare a forno preriscaldato a 180° per una trentina di minuti.
Contestualmente fondere il burro e unirvi i due zuccheri.
Dopo la prima mezz'ora, prelevare il dolce dal forno, cospargere la superficie con il composto burro+zuccheri uniformare ed infornare per altri 15'. (il mio è stato altri 20').
il dolce è pronto quando lo stecchino ne esce asciutto.
far raffreddare prima di rimuovere dallo stampo.. Bon appétit!