giovedì 27 novembre 2008

sorprese a novembre


novembre è un mese che non amo particolarmente
perchè introduce il freddo inverno e fa salire in me la nostalgia del vento tiepido compagno dei miei giri in bicicletta e della bella stagione, vestita di foglie verdi sui rami e tanti boccioli a colorare cancelli e balconi.
un'immagine un po' bucolica forse e decisamente fuori tempo, smossa da una passeggiata che si è fatta largo tra fiocchi di neve scesi frettolosi nella mia città - e conseguenti pareri dissonanti dei romantici della neve e dei reazionari del termometro accaldato (chi sarà?)- e che ha reso protagonisti i volatili della Specola che si sono infranti in un cielo sgombro di pensieri, leggero e assolato.
con queste immagini, la compagnia di una torta di mele recuperata da un libro che trovo davvero delizioso (Florence Edelmann, PATISSERIES MAISON ed. Marabout) in lingua francese che mi offre sempre idee nuove più o meno semplici adatte ad ogni occasione.

Con questa torta ringrazio Germana che mi ha premiato e che mi ha dedicato un po' del suo prezioso tempo raccontandomi la sua avventura culinaria. La disponibilità dei miei vicini di blog è il dono più inaspettato.
infine, il post è anche per il mese di novembre che maltratto sempre e che tuttavia si è rivelato poliedrico e indubbiamente meno noioso dei miei lamenti del mattino quando infilo il naso tra i balconi!

la ricetta tradotta del DOLCE ALLE MELE dalla Normandia eccola qui
200 gr farina OO
9 gr lievito chimico o per gli intolleranti cremor tartaro (ev. addizionato con un pizzico di bicarbonato - il cremor tartaro lo trovo personalmente in drogheria)
150 gr zucchero in polvere
1/2 stecca di vaniglia
50 gr zucchero semolato
1 pizzico di sale
2 uova
4 cucchiai da zuppa di burro fuso
5 cucchiai da zuppa di latte
3/4/5 mele, a piacere e a seconda della grandezza (consiglio le renette ma anche per qst scelta il proprio gusto personale ovvero il rifornimento a portata di mano)
per la crema
80 gr burro
100 gr di zucchero semolato
1 uovo

riscaldare il forno a 150°C. preparare con carta da forno lo stampo a cerniera (io uso una pirofila rettangolare). setacciare la farina con il lievito in una terrina, aggiungere lo zucchero semolato e in polvere, il sale, le uova, il burro fuso, il latte. mescolare sino a quanto il composto non sarà omogeneo e liscio.
sbucciare le mele e tagliarle sottili con una mandolina. incorporare 3/4 delle mele sbucciate all'impasto, mescolando con molta delicatezza per non rompere le fettine.
versare il composto nello stampo, livellare e cospargere la superficie del rimanente quarto di mele tagliate. disporre con uniformità.
infornare per circa 20 minuti.
nel frattempo, preparare la crema. Fondere il burro, aggiungere lo zucchero e mescolare. incorporare l'uovo. mescolare ed amalgamare. dopo 20 minuti estrarre la torta dal forno e versare sulla superficie la crema ottenuta. livellare con cura e infornare nuovamente per altri 30 minuti.
far raffreddare 30 min prima di servirla.

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lunedì 24 novembre 2008

treccia scambiata


il freddo avvicina le mani
e così con lei ci siamo prefissate da tempo una domenica di incontro scambio
in cui dare sfogo ai nostri desiderata, io chiedendo qualche lezione di programmi tecnologici e lei proponendo la famosa treccia brioche che lanciai qualche anno fa
in più di una occasione culinaria di ritrovo tra amici.
che la pasta brioche sia una sfida da rilanciare più volte si sa ed io non da meno, ne ho provate tante. a breve lievitazione (i miraggi) con o senza uova, con burro, olio, latte, acqua, poco o tanto lievito ed alla fine mi sono convinta che il successo stia nella lievitazione, nelle materie prime e soprattutto nella consapevolezza che la brioche fatta in casa non è la brioche del pasticcere e questo non è necessariamente una considerazione a perdere, anzi.
trovo che sia delizioso programmarsi il forno ed una sveglia anticipata per gustare morbide le chioccioline che vedrete qui sotto oppure trascorrere un piacevole pomeriggio con un'amica cara riscaldate dall'attesa e dal gusto della condivisione.
qui di seguito una ricetta un po' insolita che scovai tanto tempo fa in cookaforum, credo i primi passi verso il mondo dei foodblogger e dei partecipanti ai forum.
la ricetta è di sicura riuscita ed offre in tre ore (comprese le lievitazioni) una brioche da programmare anche all'ultimo per una merenda improvvisata o un regalo per un dolce risveglio.




per il lievitino
25 gr lievito di birra (anche 20 se si ha più tempo a disposizione)
100 gr di acqua
50 gr di farina O
spezzettare il lievito in una ciotolina ed aggiungervi un cucchiaio di zucchero. questo scioglierà il lievito nel giro di qualche minuto.
aggiungere in una ciotola il lievito sciolto e l'acqua tiepida (se inserite il dito è leggermente calda ma non scotta assolutamente! ricordiamo che le alte temperature uccidono i lieviti) e aggiungiamo gradualmente la farina setacciata. mescoliamo, copriamo e lasciamo riposare in luogo umido (il forno con una tazza di acqua bollente) per mezz'ora.
Impasto
450 gr farina O (volendo 250 farina O e 150 farina manitoba, di forza)
100 gr acqua
150 gr zucchero
1 bicchiere (100 ml di olio di semi)
50 ml di latte
1 presa di sale
scaldare il latte, l'acqua e lo zucchero in un pentolino, il tempo necessario per sciogliere lo zucchero. farlo riposare qualora sia molto caldo (una ventina di minuti).
recuperare il lievitino che nel frattempo dovrebbe essere raddoppiato ed aggiungervi lo sciroppo raffreddato, la farina setacciata, il bicchiere di olio, il sale. impastare con cura. il composto sarà umido e appicicoso consiglio di aggiugere farina solo il minimo indispensabile, si rapprenderà con la lievitazione.
lavorare per 8 minuti circa, riporre in una ciotola, coprire e dimenticare nel formo umido per almeno un'ora e mezza.
l'impasto deve raddoppiare. lavorarlo delicatamente non troppo. dividere l'impasto a metà. con ciascuna metà potete ottenere due treccie oppure delle brioche a piacere come vedrete dalla foto (ho utilizzato una crema alla vaniglia che ho inserito nell'impasto). per la treccia dividere ciascuna metà in tre parti uguali, stendere e allungare con un po' di farina O e intrecciare.
spennellare abbondantemente di latte, cospargere con una granella di zucchero e lasciar riposare ricoperte circa mezz'ora.
infornare a 180° per una 40' di minuti sino a quando sarà colorata.
una volta raffreddate si conservano per un paio di giorni racchiuse con della carta alluminio o in un sacchetto.
riscaldare prima di addentare!

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lunedì 17 novembre 2008

sacheriamo per dimenticare!


la latitanza dell'ultima settimana -causa lavori in corso nella mia vita- è stata in parte favorita dalle ultime notizie che tante foddblogger hanno avuto la pazienza di rivelare e che mi hanno attraversata con differenti stati d'animo.
ad essere sincera non ho nemmeno linkato i blog sospetti e rei
dell'appropriazione indebita a fini illeciti delle ricette, delle foto, della vita di chi del cibo ha fatto una passione nel proprio tempo libero ed in tale passione intende esprimere una parte di sè.
indubbiamente posso parlare in prima persona perchè la ragione che mi ha condotto sino ad ondadorto è sentimentale, di pancia ed infila le radici nell'esigenza universale, la libera espressione. il mio blog è giovane e fragile e come tale sensibile di modifiche, stravolgimenti, cambi di corsa e di orario e per questo mi sono assentata per qualche giorno perchè mi sembrava poco rispettoso unirmi al coro, doveroso, di protesta proprio perchè giovane e come tale in maggior confidenza con l'osservazione più che con la protesta.
Non mi dilungo con le ovvie ragioni che conducono ciascuno di noi a condannare azioni e condotte riprovevoli.
Avete tutti detto la vostra meglio di come mai potrei fare.
sono certa che nonostante queste scoperte il mondo dei foodblogger abbia tratto consapevolezza della forza che ognuno di noi, poco o tanto, è in grado di avere e di offrire e questa credo sia la scoperta più importante, capace di farci continuare a dispetto di chi usa ancora i bastoni fra le ruote dimenticando che noi.. si vola!
ricetta obbligatoria e sostanziosa dunque, in linea con i primi freddi, la sachertorte. Premetto che non sono mai stata a Vienna e che dunque non conosco l'originale. Trovo che questa ricetta rappresenti il giusto compromesso di sapore e morbidezza di golosità ed equilibrio e per gli amanti del genere l'invito a provarla.. ed a rendermi partecipe dei vs assaggi!


sono necessari tempo e pazienza. e in ordine si procede con la torta di cioccolato
* 150 gr zucchero di cui 75 semolato e 75 a velo
* 110 gr burro
* 5 uova
* 1 albume
* 2 cucchiai da thè di lievito chimico o cremor tartaro sciolti in un dito di latte freddo
* 150 gr cioccolato fondente almeno 75%
* 50 gr di mandorle tritate
* 80 gr farina OO
lavorare il burro con i 75 gr di zucchero semolato mentre il cioccolato spezzettato fonde a bagno maria. una volta fuso e montato il burro aggiungere il cioccolato al burro. amalgamare. unire i 5 tuorli uno alla volta. unire le mandorle.
montare gli albumi (6) a neve ferma e a metà montaggio aggiungere lo zucchero a velo continuando sino a quando sono bianchi, lucidi e fermi. aggiungere alternando gli albumi e la farina setacciata al composto di cioccolato e burro. delicatamente. aggiungere infine il lievito sciolto nel dito di latte, mescolare bene e rovesciare in uno stampo da 24 cm di diametro rivestito di carta da forno.
infornare per 40'/50' dipende dal forno (controllare con lo stecchino, gli ultimi dieci minuti ricoprire con carta alluminio la torta).
far raffreddare. una volta raffreddata tagliare la torta a metà.
ripieno
* 1 confezione di marmellata
sciogliere la marmellata sul fornello e passarla al setaccio qualora sia a pezzi.
spennellare le due metà della torta e con l'eventuale eccedenza spennellare la superficie della torta (dopo aver congiunto le due metà).
Copertura
* 200 gr cioccolata
* 180 gr panna fresca
* 1 cucchiaio da zuppa di glucosio.
spezzettare il cioccolato e farlo sciogliere a bagno maria. aggiungere il cucchiaio di glucosio ed infine la panna in tre momenti mescolando ed amalgamando delicatamente il composto.
ricoprire il dolce, che sarà già sul piatto di servizio, con la copertura di cioccolata aiutandosi con una spatola metallica.
Se piace con del cioccolato fuso, scrivere a piacere sulla superficie.
La mia sacher è stata decorata con piccole rose di marzapane.. causa mancanza di piatto più decoroso per servirla!

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lunedì 10 novembre 2008

a san martino


in questi tempi di nebbia
alle prese con un novembre che qui in Padania
è ancora tiepido
ho raccolto qualche oretta
dedicata a biscottini semplici e burrosi
con cui chiacchierare al mattino
in compagnia di una fumante tazza di thè alla vaniglia
oppure sul bordo di una domenica un po' impigrita
ranicchiati contro la temperatura in casa umida e dispettosa
assaporando le prime giornate di luce breve
con piccoli gesti che tentano di rendere più fascinoso il freddo
che ai miei occhi avvolge foglie e rami
e danza con il fumo di castagne arrostite delle mie piazze.
a Padova ottobre e novembre sono riscaldati da fuocherelli
di omini calorosi e sbracciati che armeggiano sicuri
sulle braci le castagne arroste
e spesso me le ritrovo in un cartoccetto in mano a sgranocchiare
con le dita annerite
per riscaldarmi tra le luci affievolite dalle prime serate nebulose
e mordicchiare un po' l'attesa della cena.
e da voi? quali sono gli stratagemmi dell'autunno sulla strada?

ancora meringhe e la ricetta qui

e biscottini di frolla così fatti
3 tuorli
280 gr di farina OO
130 gr di burro
100 gr zucchero (anche 80 sono sufficienti)
montare il burro ammorbidito con lo zucchero sino a quando è spumoso e morbido.
aggiungere i 3 tuorli ed amalgamare con delicatezza.
setacciare gradualmente la farina sino a quando il composto risulta morbido e compatto e non si attacca alle dita. La farina va sempre aggiunta passo passo perchè la sua quantità dipende dalla parte umida del'impasto. questa, a sua volta, dipende dalla grandezza delle uova e dall'umidità. consiglio di procere gradualmente, dei 280gr di farina potrebbe bastarne uan quantità leggermente inferiore ovvero superiore. qualora il composto risulti troppo morbido, aggiungere farina.
qualora il composto risulti secco e facilmente friabile aggiungere un cucchiaio di acqua fredda.
avvolgere in pellicola trasparente e dimenticare nel frigorifero per una mezz'ora.
stendere la pasta e ritagliare i biscotti, la forma è a piacere, lo spessore è di 0.5cm.
cuocerli sulla placca foderata di carta forno o su un tappeto di silicone a 180°.
sono pronti quando leggermente ambrati, all'incirca 10/15 minuti.
una volta raffreddati intingerli nel cioccolato fuso, io ho usato del cioccolato fondente ma nulla vieta di sciogliere del cioccolato bianco o al latte a bagno maria.
volendo possono essere rotolati anche in granella di nocciole una volta intinti nel cioccolato.
far riposare su carta da forno e una volta raffreddato il cioccolato conservare in una scatola chiusa.

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martedì 4 novembre 2008

variazioni sul pane

in questi giorni inzuppati di gocce umide e grigie
si è levato il piacere
di stare con le mani profumate
di lievito di birra,
dietro i primi vetri appannati
ad attendere il pane crescere lentamente
pregustandone il profumo in cottura
e la soddisfazione di non entrare dal fornaio per un paio di giorni!
- fosse altro che per risparmiare qualche passo sotto il diluvio!-
di seguito due idee semplici per due focacce di pane un po' meno comuni del solito

una treccia di pane alla zucca e semi di papavero
ispirata dal periodo, dai colori accattivanti e dalle forme ancor più bizzarre di questa saporita cucurbitacea.
ho affettato 200 gr di zucca finemente e l'ho cucinata in padella con dell'olio, uno spicchio di aglio vestito ed una spolverata leggera di peperoncino. una volta cotta l'ho frullata al mixer sino ad ottenere una crema moribda.
a parte ho spezzato 15 gr di lievito fresco di birra e l'ho riposto in una cocottina con un cucchiaio di zucchero semolato: il lievito con l'azione degli zuccheri si scioglie in pochi minuti in un liquido colorato, beige naturalmente.
ho setacciato 100 gr di farina manitoba e 150 di farina OO, ho aggiunto il lievito sciolto, 80 gr di olio, la zucca e 3 cucchiai di acqua tiepida (attenzione al calore dell'acqua, se è troppo calda uccide i lieviti, giusto quel tepore lieve che si avverte con una punta di dita) e ho impastato.
naturalmente se l'impasto è secco aggiungo cucchiaio dopo cucchiaio dell'acqua al composto sempre procedendo a tranches perchè la zucca è umida e non dovrebbe servire troppo acqua.
una volta rassodata lavoro la pasta sul piano per qualche minuto sino a renderla elastica e morbida. l'adagio in una terrina e la copro con un panno, richiudendola nel forno preriscaldato con una tazza di acqua bollente (per inumidire l'ambiente in cui dovrà lievitare).
lavoro la pasta quando è raddoppiata di volume, circa 40 minuti dopo, ancora sul piano, sgonfiandola e divertendomi a modellarla per almeno 5 minuti. la divido in 3 parti uguali e formo una treccia che inserirò in uno stampo da plum cake precedentemente oliato. spennello la superficie con dell'olio, ricopro col panno e dimentico ancora nel forno.
dopo 40 minuti controllo che il composto abbia raggiunto il bordo dello stampo, cospargo di semi di papavero e di sale grosso e infilo nel forno caldo a 230° con una tazza di acqua (servirà a non far seccare troppo la superficie della treccia) per almeno 20/25 minuti.
l'altra focaccia è una focaccia di pane, origano e olive di kalamata,
le superstiti della scorsa estate in Peloponneso (per chi capiti in questa terra splendida consiglio l'acquisto di una confezione da 2 kg almeno di queste carnosissime olive, tra l'altro con un rapporto qualità prezzo eccezionale - se non ricordo male 8 € al kilo).
il procedimento per l'impasto è il medesimo di quello descritto per il pane alla zucca con l'osservazione che in questo caso l'acqua che aggiungo sarà superiore. il consiglio è sempre di procedere gradualmente per non dover ricorrere in un aumento della farina qualora il composto risultasse troppo umido.
dopo la prima lievitazione, aggiungo origano e le olive denocciolate e tagliate sottili che amalgamo con pazienza.
lascio riposare in uno stampo a ciambella dai bordi alti fino a quando l'impasto non raggiunge l'estremità e cucino in forno caldo a 230° per circa 25°.
in entrambi i casi, una volta raffreddato avvolgo il pane con pellicola trasparente sì da non farlo seccare e ritrovarlo fragrante anche il giorno seguente.

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